Laura Ferretti
painter
Gesù è stato lasciato morire. Il tema dell’eutanasia è così scottante e controverso, coinvolgente, provocatorio che è meglio non sfiorarlo, lasciando la più ampia libertà… di pensiero. L’artista ne ha fermato, forse per esperienza personale, una delle fasi più note e più comuni, conosciute e sopportate, superate e segnate dal … miracolo. Un paziente in rianimazione tra le apparecchiature salva-vita. Medici, paramedici, parenti oltre la tenda, in attesa. Ci si da fare per la partenza del corpo o dell’anima? Io non me ne sono reso conto, allora. Ora, penso, che la partenza dell’anima che si trova di fronte a Dio e che prende finalmente coscienza dell’entità dell’Io umano e dell’anima del mondo, del parallelismo esteriorità del corpo e interiorità dello spirito, dell’unità dell’io e del nonio, sia rimasta in solitaria e incosciente purezza, in mancanza di consapevolezza delle proprie azioni. La scena più vera di così non poteva essere, compresa la sovrastante presenza di Cristo: l’ultima speranza. La fede assiste. La coscienza (singola e collettiva), la mente, il cuore, la politica, gli opportunismi si sono emarginati nella scelta. Come Pilato. Non scegliere la morte, oppure l’incapacità di vivere la morte. Gesù ha scelto e ha portato con Sé quest’ultima responsabilità.
Il sensibile e flessibile linguaggio figurativo e le colorite varianti polarizzano in senso tonale l’accadimento. Le stesure affrontano il contrasto di una gravezza senza dramma apparente. Lo sfondo si trasforma, con i particolari, in agente spaziale e in dispositivo prospettico che rinviano alle certezze e alle convinzioni dell’osservatore, senza ulteriori implicazioni. La mano, in basso a destra, nella luce fredda, è pronta ad accogliere: tutto vi si può innestare. Spirito e ideologia. Quel caso? No, quella persona.
XII Stazione - LA MORTE DI GESÚ (EUTANASIA) Prof. Giulio GASPAROTTI, critico d’arte e saggista