E IL VERBO SI FA CARNE
Prof. Giulio GASPAROTTI critico d’arte e saggista
L’Annunciazione
è
rivista
in
religiosa
semplicità,
caratterizzata
da
una
composizione
chiara,
ordinata
lungo
le
verticali,
e da un sobrio uso cromatico.
La
veste
di
Maria
e
i
veli
dell’Arcangelo
non
seguono
l’iconografia
tradizionale.
Ogni
figura
occupa
e
misura
lo
spazio
incluso
tra
il
piano
frontale
e
quello
di
fondo,
illuminato
(di
più
verso
Maria)
da
una
luce
brumosa,
che
la
compenetra
riflettendosi
sui
volti
e
sulle
mani
raccolte
sotto
il
mento
della
Madonna
a
protezione
di
quanto
sta
per
accadere.
L’Arcangelo tiene in mano il giglio: l’insieme liricamente affilato e incorporeo.
L’austera
simmetria
delle
due
posture
e
dei
volti,
assai
intensi,
espressi
con
coerenza
e
convinzione,
comunica
la
partecipazione
dell’Angelo
e
la
fiducia
di
Maria,
mediante
la
purezza
lineare
del
contorno,
che
ne
preserva
e
sintetizza
tutta
la
grazia
possibile,
contribuendo
ad
esaltare
l’atto e a purificarlo.
I
volti
sereni
e
inclinati,
gli
occhi
chiusi,
la
gratia
plena
dell’espressione,
l’atmosfera
partecipe
dell’accadimento
e
del
silenzio
dovuto
al
senso
spaziale,
l’impostazione
prospettica,
concorrono
all’unità
formale
dell’immagine
in
un sentimento contemplativo, spirituale e morale.
La
figura
incorporea
dell’Arcangelo
si
accorda
con
estrema
armonia
al
gesto
genialmente
concluso
delle
mani
di
Maria,
raccolte
a
difesa
del
mistero
che
sta
penetrando
in
Lei.
Guardate
e
riguardate
i
sereni
ed
ieratici
ovali
dei
due
volti, vi scorgerete quanto pensavate di aver dimenticato.
Come scrive l’artista: le tenebre saranno vinte.
Don
Luigi
Corticelli
,
benedice
l’opera
a
lui
donata
in
memoria
di
Laura
e
in
riconoscenza
per
la
vicinanza
che
mai
è
venuta
a
mancare.
.
L’opera
«
E
il
Verbo
si
fa
carne
»
è
attualmente
esposta
nella
chiesa
di
Santo
Stefano
I,
Papa
e
Martire,
in
Formignana
(Ferrara)