LAURA FERRETTI E IL PALIO DI CAMPAGNATICO Palio del Giubileo - anno 2000Il Palio è molte cose contrapposte: il drappo-premio e la gara per conquistarlo, l’unità del paese e la rivalità tra le contrade, il sacro e il profano, la storia (qui vissuta dentro e quindi viva anch’essa) e la manciata di minuti della gara in sé. E poi l’animazione, la gioia, la delusione, il disappunto, le discussioni magari.Il Palio è la festa di un intero paese. Una festa che si insinua nella vita di tutti i giorni, nelle battute fra i contradaioli, nell’amore per le ciuche allevate in “casa” chiamandole per nome.Volevo che tutto ciò fosse presente in questo palio, che si sentisse l’aria della festa popolare e il respiro lento della storia e anche il sentimento religioso che nei secoli ne ha costituito la linfa.Il logo del Giubileo mi si è presentato subito come il nucleo unificatore delle parti: nei suoi vivi colori (i colori dei cinque continenti) il sentimento della festa e della diversità che dà ricchezza, nella Croce l’invito alla pace, all’unione, all’amore. L’ho sentito animarsi ed ho lasciato volare le colombe. Festanti hanno danzato attorno al 2000 (una data epocale densa di suggestioni) ed hanno permeato la tela dei loro colori che hanno lasciato dietro di sé mentre tornavano verso quel blu, universo unificato, “tenendosi per le ali”. Poi, strette in un abbraccio sarebbero tornate ad essere una cosa sola, quasi un fiore al centro della Croce. È bello il volo delle colombe ed a Campagnatico, in questa atmosfera sospesa fra storia, leggenda e poesia; sembra che tutto (anche un sogno) possa realizzarsi con facilità.Là, in alto, la Madonna e il Bambino guardano partecipi l’animazione della gente che nei secoli è andata a trovarLi nella pace ombrosa della Chiesa in cima al paese. Intanto giù, in basso, le ciuche fremono nell’attesa di volare alla meta. È arrivato il momento: sono partite!Sul retro del Palio una leggera spugnettatura biancastra si raggruma al centro della tela a formare uno schizzo della parte alta di Campagnatico con la torre degli Aldobrandeschi e la Chiesa di San Giovanni Battista. Su esse il cielo di iuta è percorso dai versi di Dante che sembrano divenire cielo anch’essi quasi a sottolineare l’armonico incontrarsi della umile tela, delle antiche case, della fede radicata nei secoli, dell’indomita forza, del respiro profondo della storia. Un armonico incontrarsi che costituisce il segreto della bellezza magica, della poesia di questo piccolo paese.