LAURA FERRETTI E GLI ETRUSCHI
Dott.ssa. Giuseppina SCOTTI critico d’arte
Laura
Ferretti
e
gli
Etruschi:
l'artista
fa
riferimento
a
"radici
profonde",
all'attrazione
intensa
che
ha
sempre
avvertito
verso
questo
popolo
armonioso
e
misterioso
e
con
una
"ondata"
ci
ha
saputo
ricondurre
a
un
passato
lontanissimo,
in
luoghi
illuminati
dai
fiori
dei
nostri
prati,
rigogliosi
sopra
le
tombe
e
nei
nostri
paesaggi
ameni
dove
gli
Etruschi
"esplodevano" la loro vita e la loro morte.
E
il
suo
"Progetto
pittorico"
(l'infinitamente
piccolo
e
l'infinitamente
grande)
si
è
svolto
compunto,
ma
percorrendo
l'universo
esoterico
etrusco,
così
avvincente
ed
attanagliante.
Ogni
opera
è
un
"frammento",
un
frammento
di
quei
reperti
splendidi
che
la
Ferretti
riesamina
e
fa
"parlare"
all'anima
di
chi
osserva
con
accenti
nuovi,
quasi
a
voler
esorcizzare l'enigma del tempo.
Ed
è
uno
snodarsi
di
messaggi;
questa
mostra
è
culla
di
ricordi,
orma
di
luoghi
e
di
affetti
rivisitati
e
in
tutto
si
avverte
una
giusta
fonte
di
emozionalità,
perché
è
"ministoria"
di
una
"macrostoria"
avvincente
per
cercar
di
riappropriarsi
di
una
identità
antica,
in
desiderio
quasi
spasmodico
e
lancinante.
Sono
ben
Venticinque
le
tele
di
questo
percorso
sottile
di
indagine
e
di
osservazione
accurata
per
ricercare
una
storia,
appunto,
la
nostra
e
"volare"
aldilà
del
tempo
per
la
conoscenza
di
sé
e
di
tutta
la
contemporaneità,
così
da
poter
affermare
che,
dopo
aver
attuato
un
cammino
psicoanalitico, si può parlare di "seconda nascita".
È
questa
la
volontà
dell'artista?
A
noi
sembra
così,
attraverso
questa
pittura
che,
rivisitando
il
passato,
diviene
linfa
vitale,
voce
ferma
e
pacata
di
anima
e
di
pensiero,
istantanea
motivazione
remota
capace
di
dipanare
sentieri
introspettivi
autentici
con
un'intonazione
meditativa
che
sa
cogliere
perfettamente
il
pensare
e
il
sentire
per
riscattarsi della
quotidianità e dall'usuale.